La cooperazione come modello di inclusione e innovazione: la UAI al convegno di Latina

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Inclusione e Innovazione: modelli cooperativi per il futuro delle comunità. Si è parlato di questo temi al convegno organizzato dalla AGCI Lazio a Latina, a cui ha preso parte anche l’Unione Artigiani Italiani.

Un interessante dialogo-confronto con istituzioni, esperti e mondo produttivo per uno sviluppo economico e sociale dinamico e sostenibile dei territori del pontino.

Una riflessione approfondita e indicazioni operative condivise, al fine di valorizzare ruolo e metodo della cooperazione come importante modello di sviluppo economico e sociale dei territori.

Dopo l’appuntamento di fine anno scorso a Frosinone, è stata la volta di Latina,  dove l’AGCI ha  sottolineato l’impatto rilevante del movimento cooperativo in chiave lavorativa, che rappresenta circa il 7% degli occupati nel Lazio, evidenziandone anche il ruolo cruciale per la coesione sociale.

Al centro della cooperazione c’è la persona, la qualità del lavoro, di prodotto e servizi, e una sempre maggiore inclusione, specialmente di chi è svantaggiato, nonché una innovazione incessante e dinamica, fattori fondamentali per uno sviluppo socio-economico equilibrato, sostenibile e rispettoso delle peculiarità di ogni comunità della nostra regione.

Anche gli artigiani fanno la loro parte anche se, come sottolineato dal Presidente Nazionale UAI Gabriele Tullio, i numeri delle cooperative artigiane a Latina sono ancora troppo bassi: Purtroppo – ha spiegato Tullio – abbiamo poche cooperative artigiane a Latina, ce ne sono solo 20, in altri territori di Italia i numeri sono molto più alti. La cooperativa, ancora oggi, viene spesso vista come un qualcosa di negativo, come una furbesca scorciatoia per fare impresa. Invece può creare occupazione di qualità e sviluppo. E’ giunto il momento di rivedere i nostri sistemi. Le industrie in mano a pochi imprenditori stanno procedendo ad una delocalizzazione selvaggia verso terre dove la manodopera costa di meno e questo sta uccidendo la nostra economia. Se ci fosse un sistema di cooperazione più forte, questo meccanismo non potrebbe essere messo in atto perché sarebbero i lavoratori a decidere del proprio futuro”.